Coaching: motivare le persone del nostro team a lavorare meglio

Dimostra empatia a quelli che non ti sono affini! Fallo apposta!
Attraverso Il
metodo e tecniche di coaching sul cambiamento, ottieni subito risultati impensabili

 

La cosa più difficile oggi è gestire bene le persone, affinchè rendano al meglio.

In tutto ciò il ruolo di manager è molto cambiato negli ultimi anni.

 

Prima era sufficiente padroneggiare bene la propria materia, per essere considerato capace e per ottenere risultati,
la gestione delle persone veniva da sé, un po’ di intuito e qualche sforzo erano sufficienti.

 

Ora viene richiesto di sapere motivare persone che sono molto diverse da noi,
perché sono giovani o perché fanno lo stesso lavoro da vent’anni o semplicemente non fanno le cose come le faremmo noi.

 

Come si fa a motivare persone che non sembrano avere la minima voglia di migliorarsi?

 

Stato attuale:

La strategia che adottiamo in maniera naturale (la nostra) la applichiamo su tutti (non facciamo differenze),
quelli che la seguono (i bravi) bene, gli altri sono di volta in volta:

  • “non è all’altezza”, 
  • “non ha voglia di lavorare” 
  • “i giovani non sono come eravamo noi, pretendono tutto e subito”, 
  • “è a 5 anni dalla pensione”

Questi sono alcuni degli alibi che usiamo per non gestire le persone.

 

Negli ultimi mesi ho lavorato sull’intelligenza emotiva facendo coaching
e test sul quoziente di
intelligenza emotiva (EQ-i 2.0), esperienza molto utile anche per dare dei riscontri oggettivi alle persone.

 

Quello che è emerso è che non sempre i responsabili sono capaci di trasmettere empatia alle proprie risorse

 

Certo tutti sappiamo cosa intendiamo quando parliamo di empatia,
ma ci sono degli aspetti che sono un po’ meno intuitivi.

Infatti quando parliamo di empatia devono verificarsi 2 condizioni:

  1. devi provare interesse per le atre persone (di solito è facile)
  2. devi dimostrarglielo (più raro o meglio dipende da chi hai di fronte)

 

questo tema mi gira per la testa da un po’, poi come spesso mi capita mentre sono in aula
e si lavora insieme ai partecipanti ai corsi mi nascono delle intuizioni o dei pensieri che condivido con loro.

In base alla reazione capisco quanto possono essere importanti.

 

Questo lo è! 

Il concetto di base è: “quanto è difficile gestire le persone del proprio team e motivarle a fare meglio?”

 

Questo lo chiedo alle persone presenti in aula

 

Risposta: dipende dalle persone

  • Con alcuni è molto semplice, ci si capisce al volo, hanno voglia di fare e competenze 
  • Con altri è più difficile, o mancano le competenze o sono giovani o sono vent’anni
    che lavorano nella stessa azienda e ormai pensano solo alla pensione o le ho provate tutte (???)

Ora il concetto base è che se c’è empatia è tutto più semplice, con le persone con cui è naturale tutto funziona meglio,
pensate ai vostri amici, alle persone care e anche a quei colleghi con i quali ci si sente a proprio agio.

Ecco a queste persone non solo siete interessati, ma glielo dimostrate continuamente con gesti semplici,
naturali che fanno stare bene l’altra persona.

In parole pavore FUNZIONA senza neanche doversi sforzare

 

E con gli altri?

Perché devo essere io a sforzarmi? Col mio capo non funziona così? Sono loro che devono dimostrare di tenerci…

 

Un bravo manager deve motivare tutte le sue risorse e ogni persona è diversa,
la crescita del team passa dal coinvolgere le persone che sembrano più distanti
è una questione matematica il gruppo cresce se crescono tutti
(soprattutto quelli che partano da prestazioni meno performanti, ma questo lo vedremo in un altro post)

 

Solo che con quelle persone non ci viene naturale fare qualcosa di empatico, la scusa?
Di solito è che “fare queste cose in modo forzato non funziona”.
La realtà è che non lo facciamo.

 

Vi faccio una domanda,
quante volte nell’ultima settima avete volontariamente e razionalmente fatto qualcosa
per dimostrare interesse a una persona del vostro team con la quale non c’è feeling naturale?

Per forzato intendo che ci avete pensato e vi siete detti:
“ ora faccio così per dimostrargli che credo in lui”

 

Se la risposta è zero ( e vale anche per le settimane prima) o se pensate non ricordo…
(possiamo non ricordare un gesto spontaneo, ma se è voluto e razionale ce lo ricordiamo per forza)
allora vuol dire che
non lo avete fatto e non lo fate costantemente.

 

Come si sentirà l’altro? Se siete il suo capo penserà di starvi antipatico,
che preferite gli altri che non ve ne frega niente di lui.
E queste cose motivano le persone a migliorarsi ?

 

No. Anzi la maggior parte delle persone che cambia lavoro spontaneamente lo fa perché non va d’accordo con il proprio capo
(questo vale per quelli cha hanno mercato, quelli che non riescono ad andarsene rimangono e sono molto demotivati)

 

Ora se vi rendete conto che questo capita nel vostro team c’è una sola cosa da fare, cominciare da subito a:

dimostrare sincero interesse alle vostre risorse”

“Usare delle tecniche di coaching per farlo costantemente” 

“personalizzando la modalità in funzione della persona che avete di fronte”

 

Cominciate da subito il cambiamento! Iniziate a farlo e fatelo costantemente!

Tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi e vi troverete un team super motivato,
dove anche quelli che partivano da una situazione di scarsa resa porteranno dei
risultati sempre migliori.

Lavorare bene fa bene alle persone e farlo in un gruppo affiatato fa ancora meglio

 

 Dove non si arriva con l’istinto ci viene incontro l’organizzazione:

 

Il metodo batte il talento se il talento non ha metodo

Buon lavoro a tutti